Si è incominciato a studiare la storia dell’arte romana solamente in tempi recenti, in quanto ad esempio tutta la grande stagione culturale dell’800 e del ‘700 dove cominciò il recupero dello studio dell’arte classica, sul reperto, attraverso una formazione archeologica, interpretarono l’arte romana come un proseguimento, di minor valore dell’arte greca.

E’ soltanto all’inizio del nostro secolo che storici dell’arte come Wickhoff e Alois Riegl riesaminarono la produzione romana da un punto di vista diverso e quindi esaminandola come produzione artistica originale e non come la prosecuzione dell’arte greca.

Dopo di loro tutta una serie di storici dell’arte analizzarono l’arte romana e oggi la consideriamo a sé. Tra i grandi critici che si sono dedicati al recupero del patrimonio latino abbiamo Ranuccio Bianchi Bandinelli.

Origini dell’arte romana

Quando parliamo di arte romana non intendiamo solo l’arte prodotta nel territorio italico ma anche la produzione che avviene nei vasti territori conquistati.

Intorno al V secolo a.C. la storia di Roma si apre con la cacciata dei Tarquini, che erano re etruschi. Dal V secolo in poi la città deve difendersi e comincia a strutturare la sua organizzazione interna, si difende dall’esterno e si organizza all’interno.

Roma è divisa in patrizi e plebei, un senato con una serie di cariche pubbliche. Dal V secolo comincia ad espandersi verso l’esterno e l’espansione già nel IV secolo continua con la conquista del Lazio, nel III secolo si amplia sempre di più e vi è la lotta contro Cartagine, lotta che si chiude nel 146 a.C. con la distruzione della città nemica.

Nel frattempo Roma era venuta a contatto con la cultura greca, acquisendone come bottino di guerra molte opere d’arte. I romani furono uomini di estrema pragmaticità, portati all’azione, poco inclini a speculazioni filosofiche e quindi poco interessati all’arte.

Scriveva uno storico romano: “I romani sono tutti presi da cose più grandi e necessarie dell’arte, come guerra, politica, affari, matematica, cioè le arti liberali.”

Si crea all’interno del mondo Mediterraneo una distinzione fondamentale tra le arti liberali e arti servili. Le arti liberali sono le professioni adatte ad un uomo libero, nato libero, mentre quelle servili sono adatte a coloro che nascono schiavi o che provengono da posizioni sociali basse.

Nelle arti liberali l’elemento di speculazione è più forte di quello operativo. L’arte di per sé non è considerata tra le arti liberali e quindi vi si dedica chi proviene per lo più da fasce culturali medio-basse.

L’architettura nell’antica Roma

Fra le arti quella che i romani apprezzano è l’architettura, perché estremamente utile a rispondere a problemi pratici, l’organizzazione del territorio, l’impostazione di strade, la costruzione di palazzi e infrastrutture pubbliche, i forti, i tabula, i circhi, le terme.

I romani hanno una grande considerazione per l’architettura ed è nell’architettura che i romani esprimono il meglio delle loro capacità.

Urbanistica nell’antica Roma

I romani furono grandi conquistatori di genti e di grandi spazi. Il metodo che usarono per razionalizzare gli spazi conquistati e organizzarli si basa su un sistema ortogonale.

E’ un sistema famoso adottato dai romani che si fonda su due assi principali ortogonali con strade parallele a questi due assi principali.
Si vengono così a formare degli isolati, che hanno una forma vicina al quadrato.

Veerona romana cardo e decumano
Verona romana

E’ uno spazio organizzativo che deriva dalla centuria romana, che è la suddivisione dello spazio tra urbano e spazio di campagna. L’agro veniva diviso in centurie, i territori affidati ai coloni. Nell’agro questi appezzamenti di terreno avevano una forma quadrata dovuta al tracciato di strade che si incrociavano ortogonalmente.

Lo spazio interno delle città viene impostato sul Cardo e Decumano.
Il Foro occupa uno dei quattro angoli al centro della intersezione di queste due vie e la è città è divisa tra parallele delle due vie principali.

Anche la campagna è divisa ortogonalmente, cioè in centuriazione, con strade che la dividono ortgonalmente.
Anche il castrum, l’accampamento militare, è impostato in questo modo.
Questa organizzazione dello spazio i romani la portano ovunque essi vadano.

Il foro romano

Il foro è il fulcro della vita cittadina, sia economica che politica. Mentre nella polis greca vi erano fulcri diversi dei vita, nella città romana il fulcro è solo il Foro.

Solitamente l’incrocio tra cardo e decumano avviene al centro della città, ma in alcune viene spostato verso uno dei lati e questo evidenzia la derivazione della città da un accampamento militare.

All’inizio la funzione del Foro era soprattutto di tipo commerciale, ma poi in un secondo momento diventa il luogo dove si riuniscono tutti gli edifici pubblici, quindi si accentua la sua importanza politica. Spesso ha forma rettangolare e presenta portici ai lati.

Questa concezione dello spazio che i romani hanno la portano ovunque vadano, tutti i territori conquistati vengono impostati così, sovrapponendo la centuriazione nell’agro e la griglia ortogonale dentro la città alle organizzazioni spaziali precedenti.
E’ una organizzazione che copre gran parte dell’odierna europa, dell’oriente e dell’Africa del Nord.

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